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Progetto ADULIS

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Nel gennaio 2011 è stato avviato il Progetto Adulis, una missione archeologica italo-eritrea condotta dal Ce.R.D.O. (Centro di Ricerche sul Deserto Orientale) in collaborazione con il Centro di GeoTecnologie dell’Università degli Studi di Siena e il Museo Nazionale Eritreo. L’obiettivo del Progetto era di riprendere le ricerche archeologiche nell’antica città di Adulis, collaborando con il Museo Nazionale Eritreo alla sua riscoperta, valorizzazione e divulgazione.

 

Adulis è uno dei principali siti archeologici del paese, ben noto nelle fonti letterarie antiche e già oggetto nel corso del XIX e XX secolo di ripetute campagne di scavo, seppur limitate e dispersive. La maggior parte di esse sono state edite solo parzialmente e sono state condotte quando il metodo del moderno scavo stratigrafico era ancora lontano dall’essere formulato, procedendo secondo le modalità dello sterro e, nei migliori dei casi, con una registrazione delle quote di rinvenimento di alcuni reperti significativi. All’avvio del Progetto mancavano dati stratigrafici affidabili in grado di delineare una periodizzazione dell’insediamento e una datazione articolata delle strutture già esposte durante questi vecchi scavi. Si è, quindi, cercato di mettere ordine nelle vecchie ricerche compiute, in particolare cercando di individuare tutti i vecchi scavi compiuti nell’area e di recuperare il più possibile dati stratigrafici, sia riaprendo vecchi scavi, sia aprendo nuovi saggi di scavo in aree ancora inesplorate.

 

Il primo obiettivo delle campagne di ricerca svolte nel sito era di riprendere gli scavi archeologici, con indagini mirate al recupero di vecchi scavi e all’analisi della stratigrafia dell’insediamento. Sono stati aperti tre settori di scavo:

– il settore 1 in corrispondenza del margine sud-occidentale del sito, laddove Paribeni aveva individuato le fasi più antiche della città;
– il settore 2 nella zona centrale per riportare alla luce una chiesa bizantina già scavata dallo stesso Paribeni;
– il settore 3 al margine orientale del sito, in un’area dove non erano mai stati condotti scavi in precedenza.

Il secondo obiettivo era di aggiornare, ampliare e approfondire la topografia dell’area per meglio comprendere la morfologia del sito e l’articolazione della città. Il rilievo topografico è proceduto integrando tecniche differenti. Prima dell’avvio delle missioni sul campo è stata condotta un’analisi preliminare su un immagine satellitare QuickBird appositamente acquistata. Una volta sul campo, le informazioni così desunte sono state verificate e integrate da un rilievo GPS in modalità RTK.

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